Pagina:Le Rime di Cino da Pistoia.djvu/153

Da Wikisource.

BINDO BONICHI




I


     Io fui già capra, ben ch’or otre sia,
E veggiomi da capre dispettato
C’hanno di vizi sì ’l cuoio intaccato
Ch’otre non n’uscirìa ch’utile sia.
5     Danza nel bestial ballo asinarìa
Che non discerne virtù da peccato:
L’asin c’ha maggior coda è sublimato,
E la canaglia gli dà la balìa.
     Brutti animali agli altri fanno torto,
10Perchè son tanti in numero e ’n grandezza
Ch’e’ pochi prender non posson conforto.
     Provedi, Dio, che sei verace altezza;
Sì che ’l razïonal che vive morto
Non venga meno in tal vivendo asprezza.




II


     Veduto ho già che ciascuno è in assetto
Di far tutto quel mal che far si possa:
Ed, a veder s’alcun di pasta grossa
Tien altro stil che quel ch’è già predetto,
5     Del suo mestier s’intenda quel ch’è detto;
Onde la quistïon è quasi mossa.
Tutti ne vanno insieme nella fossa:
Quel ch’è senz’arte non riman sul letto.


— 147 —