Pagina:Le Rime di Cino da Pistoia.djvu/162

Da Wikisource.
BINDO BONICHI

Dir altro è vanitate,
Ch’uom per lignaggio sia nobilitato.
     Chi di nobil discende,
Se sia uom d’esser vile,
Avrem tal per gentile?
Non già; ma per villan di servir degno.
Se di villan discende
E tien nobile stile,
Direm grosso il sottile?
Non tragga arcier in van, se vede ’l segno,
S’è con virtù saver, fa gentilezza:
Dal senno acquista l’uom discrezïone;
E bona operazione
Move dalle virtù che l’uom possede:
Perch’uom sia saggio, se virtù disprezza,
È, di suo esser non gentil, cagione.
Non fa servo ragione,
Ma vizio che dal cor villan procede.
     Non seguisse altro bene
Del viver con virtute
Che fuggir servitute,
Dovrìesi far, per tal non portar soma.
Qual uom servo diviene,
Sua perduta ha salute;
E sono a nulla avute
L’opere sue, se raddoppiasse Roma.
Chi perde libertà, perde tesoro
La cui valuta non si può stimare,
Perch’è di tale affare
Ch’ogni altra è, comparando a sè, nïente.
Per quante ha ’l mondo gemme pietre et oro
Non si porrìa d’uom libertà comprare;
Puossi ben racquistare
In alcun caso, quando ’l cor l'assente.
     In tre modi è l’uom senza
Libertà possedere:
L’uno è, quando volere
Vince ragion, la qual, se vuol, racquista:
L’altro è maggior potenza
Che trapassa ’l dovere;


- 156 -