Pagina:Le Rime di Cino da Pistoia.djvu/391

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RIME

Se questo è ver, ragguarda ciò ch’io dico;
65E comìnciati a Pietro, e segui il coro
Ch’e’ trentatrè seguenti a lui declina,
Facendo sempre in lor la mente fina;
Nell’opre di ben far fieri ciascuno,
E poi ad uno ad uno
70Di martìro alla morte ebber corona;
E tra costor si fu Urbano il primo.
Ma, s’io il vero stimo,
Che fama del secondo Urban risuona,
Del gran concilio suo che sì fervente
75Mosse al passaggio tutto l’occidente!
     E mosse allora questi Arrigo terzo:
E non dugento ma dugento mille
Fu cotal turba a passar oltre mare.
Tal oste agl’infedel non parve scherzo:
80Tripoli ed Antïoccia e le lor ville
Acri e Jerusalem feron tornare
Sotto i cristiani. Et or ti vo’ contare
Del terzo Urbano; il cui tempo oggi parme,
Usar veggendo l’arme
85Con le qual Federigo allora corse
Quando Toscana in molte parti prese:
E mentre in queste offese
Si discendea, vera novella porse
Siccome il Saladin con gente molta
90La Terra Santa avea per forza tolta.
     Quella stagion mi par, che fu allora;
Salvo che perder tu non puoi quel loco,
Perchè non l’hai, il qual perdè costui:
Ma ben potresti racquistarlo ogn’ora.
95E qui di differenza è molto poco,
Perchè ti staï come stette lui:
E tua e nostra è, e non d’altrui,
La vergogna e la beffa et anche il danno.
I tuo’ pensier non vanno
100Al quarto Urbano, quando in fuga volse
Lo Saracino stuol ch’avea Manfredi.
Ma tu se’ il quinto; e vedi
Un picciol re che Alessandria tolse


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