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RIME

XXXIV

contro le portature delle donne fiorentine


     Sempre ho avuto voglia,
Veggendo delle donne fiorentine
Le nuove foggie, fare una canzone.
E non dirò che doglia
5Abbiano i cattivelli e che ruine
Per contentar lor falsa oppinïone:
Ma io vo’ dir sol delle lor persone
Che portan portature tanto strane
Fuor d’ogni modo vane.
10E farò il mio principio della cima:
Qual è di tante forme,
Che ciascuna per fare usanza prima
Non posa mai nè dorme,
Con coccoli, con giunchi e catenelle
15Trovando ogn’ora nuove ghirlandelle.
     E son già alte tanto
Che poco è alta più tal che la porta:
Avvisasi ciascuna esser maggiore.
I lor capelli quanto
20Più lunghi hanno, e più se ne conforta
La mente lor; per dimostrarsi fuore
Con elli scapigliati a tutte l’ore.
Imberettate come le mondane
I’ veggio donne vane:
25E quelle che i crin portan suso avvolti
Sul cuccuzol raccolti
Con tanti giri sovra l’alta ciocca,
E tanti umor soverchi
Portano: e quelle che per farlo biondo
30Al sol si stanno quand’egli arde il mondo.
     E vuo’ lasciar frenelli
Contro di tanti versi con ciocchette
E venire alla parte de’ lor visi:
Con lisci e bambagelli
35Gli pingono: e ne mostran tai cosette


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