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RIME |
DOLORI DELL’AMORE
LIII
Ahimè! ch’io veggio ch’una donna viene
Al grand’assedio della vita mia,
Irata sì ch’ancide e manda via
Tutto ciò ch’è ’n la vita e la sostiene:
Onde riman lo cuor, ch’è pien di pene,5
Senza soccorso e senza compagnia,
E per forza convien che morto sia
Per un gentil desìo ch’Amor vi tiene.
Questo assedio sì grande ha posto morte,
Per conquider la vita, intorno al cuore,10
Che cangiò stato quando ’l prese Amore
Per quella donna che si mira forte,
Come colei che sel pone in disnore,
Onde assalir lo vien sì ch’ei ne muore.
(Ragguagliato su l’edizion giuntina, e su la lezione che ne dà il Fraticelli nelle Rime apocrife di Dante.)
LIV
Ben dico certo che non fu riparo
Che ritenesse de’ suoi occhi il colpo:
E questo gran valor io non incolpo
Ma ’l duro cor d’ogni mercede avaro,
Che mi nasconde ’l suo bel viso chiaro;5
Onde la piaga del mio cor rimpolpo:
Lo qual neente lagrimando scolpo,
Nè movo punto col lamento amaro.
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