Pagina:Le antiche rime volgari I.djvu/27

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     Che non è per natura1
     La propïa pintura;
     E non è da blasmare
     48C’omo che cade [’n] mare, — se s’oprende.2
Lo vostro amor, che m’ave
     In mare tempestoso,3
     Così, como la nave,
     C’a la fortuna gitta ongni pesanti,4
     E campàne per gietto
     Di loco perilglioso:
     Similemente eo gietto
     A voi, bella, li mie’ sospiri e pianti:
     E s’eo noi gli gitasse
     Paria che s’ofondasse:
     E bene s’ofondàra
     Lo cor, tanto gravàra5 — in su’ disio.
     Tanto si frangie a terra
     Tempesta, che s’aterra.
     [Ed] io così mi frango;6
     64Quando sospiro e piango, — posar crio.
Assai mi son mostrato

48 Como... soprende - 49 amore - 52 pesante. Il c. B.: pesanti - 53 camppane - 54 dil loco - 60 core - 62 atera - 64 creio - 65 sono.

  1. 45 La Giunt.: fa per natura.
  2. 48 La Giunt.: Homo che cade in mare ove s’apprende. Val.: a che s’apprende.
  3. 50 La Giunt. e Nann.: M’è mare tempestoso.
  4. 51-52 La Giunt. e Nann.: Ed eo sì com’ la nave Che gitta ec. Il Val. come il nostro Cod.
  5. 59-60 La Giunt.: affondarà e graverà
  6. 63 La Giunt.: Ond’eo così rifrango.