Pagina:Le antichita Romane (Piranesi)-1.pdf/45

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274. Avanzi del Carcere Mamertino (inoggi S. Pietro in Carcere) dato in pianta nella stessa Icnografia ai numeri 180 e 181, nel di cui fregio apparisce la seguente tronca iscrizione.

C. VTBIVS. C. F. M. COCCEIVS. NERVA. EX. S. C.


275. Avanzi dell’Atrio pubblico e del Tabulano riedificato da Vespasiano, o, secondo altri, da Domiziano, e dimostrato in pianta nella predetta Icnografia al num. 176 e 177. Esso era situato sulla sostruzione fatta al Monte Capitolino in questa parte, ove fu tagliato per dar luogo al piano del Tempio di Giove Tonante surriferito.

276. Avanzi eli case antiche sul clivo Capitolino, e nel vicolo Mamertino vicino al detto Carcere.

277. Avanzi del prospetto del Sepolcro di Cajo Publicio Bibulo, al principio della salita di Martorio dalla parte del Macel de’ Corvi, dimostrati nel Tomo II alle Tavole IV e V.

278. Avanzo del Sepolcro della Gente Claudia. Tanto questo sepolcro che l’anzidetto, rimanevano fuori di Roma, prima che Trajano ne dilatasse le mura per comprendervi il suo Foro. E siccome questo Imperadore è stato il primo a ricevere la sepoltura dentro la Città, non si smentisce tal proposizione dal sapersi che i detti due sepolcri sieno stati veduti in Roma prima della di lui morte, perchè egli vi ebbe la tomba per derogazione alla legge proibitiva, e i ridetti sepolcri furono inclusi in Roma per incidenza.

279. Una delle sommità del Monte Capitolino, ov’ erano i Templi di Giove Feretrio e di Marte, sulle rovine de’ quali è inoggi edificata la Chiesa e’l Convento d’ Ara-Cœli. Questi Templi si danno in pianta nella Tavola Icnografica del Monte Capitolino in ordine la XLIV di questo Tomo ai num. 25 e 26.

280. Avanzi delie mura della Rocca Capitolina fabbricate sulla rupe Tarpea opposta alla predetta sommità, e dimostrate nella fig. II della medesima Tavola alle lett. A, B, C, D, E, ed F. Questi avanzi rimangono nel giardino e sotto la scuderia della Casa Cafferelli. La pianta delle antiche fabbriche della detta Ripa si esibisce nella stessa Tavola Icnografica del Monte Capitolino col loro indice consecutivo.

281. Tre Colonne rimase in piedi del Tempio di Castore, e Polluce vicino a S. Maria Liberatrice, e dimostrate nella già detta Tavola XXXIII di questo Tomo alla fig. I. Caligola coll’edifizio della sua casa trasfigurò questo Tempio in di lei vestibolo, come narra Svetonio nella di lui vita al cap. 22, e come si ravvisa nella mentovata Icnografia del Foro Romano al num. 78.

282. Avanzi di muri dello stesso vestibolo ne’granaj al didietro della detta Chiesa di S. Maria Liberatrice, e dimostrati nell’ accennata figura I della Tavola XXXIII.

283. Avanzi del Tablino della Casa Aurea di Nerone, consistenti in alte e gravi mura con tre fornici ornate di compartimenti, come si dimostra nella figura II della predetta Tavola XXXIII, e suppliti in pianta nella Tavola Icnografica del Foro Romano al num. 58. Questo Tablino avea cinque ingressi corrispondenti col di lui atrio scoperto, riferito nel seguente num. 284 di questo Tomo, tre de’ quali ingressi inoggi rimangono in piedi, e son segnati nella detta figura II colle lettere A, B e C. Il di lui prospetto ornato di bozze di stucco additate colla lett. D, rimaneva superiore allo stesso atrio, ed avea due ordini di finestre, di due delle,quali (l’una appartenente all’odierno inferiore, l’altra all’odierno superiore, cioè al timpano) vi restano peranco gli stipiti laterali segnati colle lett. E, ed F. La gran volta di mezzo inoggi rovinata ed accennata nel suo residuo colla lett. G, era sostenuta da magnifiche colonne, una delle quali allora residuale fu dal Pontefice Paolo V fatta torre dal luogo indicalo colla lett. H, e collocare dirimpetto alla Basilica di S. Maria Maggiore per sostegno della Statua enea di Nostra Signora. Vi rimane eziandio l’avanzo del Tribunale notato colla lett. I, e parimente dimostrato nella mentovata Icnografia del Foro Romano. E sotto alle predette tre fornici si veggono varie nicchie ove dovevano esser le immagini d’uomini illustri solite collocarsi ne’Tablini. I moderni Scrittori suppongono, che i predetti avanzi appartenessero al Tempio della Pace, ma senz’averne consideratala forma, la quale sarebbe bastata a ricredergli dalle loro