Pagina:Le aquile della steppa.djvu/110

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104 Capitolo undicesimo.

— Un centocinquanta per lo meno, — rispose il giovine illiato.

— Come possono essere diventati così numerosi? Quelli che mi hanno rapito Talmà non erano più d’una dozzina.

— La cosa è facile a spiegarsi, — disse Tabriz. — Si saranno riuniti a quelli che hanno fatto una dimostrazione armata contro il villaggio.

— Non sarà il numero che ci tratterrà dall’inseguirli, Tabriz, — disse il nipote del beg, con accento feroce.

— Sai dove vanno? — chiese Sagadska.

— A Kitab, — rispose Hossein.

— Che cosa vanno a fare colà? Ignorano dunque che i russi hanno lasciato Samarcanda in buon numero, con cannoni e falconetti, per calmare le idee bellicose di Djura e del bey di Schar?

— È dunque vero? — chiesero ad una voce Hossein ed Abei.

— Sì, miei cari ospiti; una forte colonna di moscoviti, comandata dal colonello Miklalosvky, con molta fanteria ed alcune sotnie di cosacchi, muove verso le due città, coll’ordine di prenderle d’assalto e di restituirle, domate, all’Emiro di Bukara. Tutti ne parlano nella steppa orientale e le informazioni che ho ricevute devono essere esatte.

— Allora noi non abbiamo tempo da perdere, signor Hossein, — disse Tabriz.

— Sì, se volete entrare in città prima che i russi la cingano d’assedio, — disse l’illiato. — Sono stanchi i vostri cavalli?

— Galoppano da stamane.

— Ne ho trecento intorno al campo, — proseguì il capo. — Scegliete i migliori e partite senza indugio o giungerete troppo tardi.

Per conto di chi è stata rapita la fanciulla?

— Del Beg Djura, sospettiamo, — disse Hossein.

Sagadscka scosse il capo.

— Uhm! — fece poi. — Lui ed il bey di Schar hanno troppe faccende che pesano sulle loro spalle per ora. No, sarà per qualche altro, tuttavia non vi sarà difficile ritrovare la ragazza. Kitab è poco popolosa e Sckar lo è meno ancora.

Volete un consiglio da amico?

— Parla, — disse Hossein.

— Rivolgetevi direttamente a Beg Djura, ditegli che sono io