Pagina:Le avventure d'Alice nel paese della meraviglie.djvu/22

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fare, Alice rincominciò a cinguettare. “Dina mi cercherà stanotte!” (Dina era il nome della gatta). “Spero che si rammenteranno di darle il suo piattino di latte quando prenderanno il tè. Cara Dina mia! Vorrei che tu fossi meco quaggiù! Non vi son sorci nell’aria, ma sai, tu potresti afferrare una nottola ch’è simile al sorcio. Ma che! i gatti mangiano le nottole?” E quì Alice cominciò a sonniferare, e fra il sonno e la veglia continuò a ruminare frà denti, “I gatti mangiano le nottole? I gatti mangiano le nottole?” E talvolta, “Le nottole mangiano i gatti?” perchè, vedete, non potendo rispondere a nessuna delle due quistioni, non le importava se invertiva il senso di esse. Sonnecchiava di già, e proprio allora cominciava a sognare che se ne andava a braccetto con Dina e che le diceva con faccia austera: “Dina, dimmi la verità: hai tu mai mangiata una nottola?” quando, tonfete! cascò d’un subito sopra un mucchio di ramicelli e di foglie secche, e la caduta finì.

Alice non si fece male e saltò in piedi lesta e