Pagina:Le biblioteche popolari in Italia dall'anno 1861 al 1869.djvu/39

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scire nell’intento e fecero miracoli. In poco d’ora trovarono 105 soci a tenue tassa mensile di centesimi 30 coll’obbligo di donare almeno un libro alla Biblioteca. Un Comitato di brave signore riuscì a trovare altre 20 firme nella cerchia delle loro amiche, e moltissime donatrici che diedero qualche cosetta secondo le forze. Nel luglio 1868 la Biblioteca era già a disposizione del pubblico. Era una Bibliotecuccia microscopica accantonata in un angolo d’un gigantesco scaffale, ma quell’embrione era destinato a sviluppare; e le sue proporzioni vanno di giorno in giorno crescendo. Fra gli oblatori più cospicui può noverarsi il ministro Broglio, il Consiglio provinciale maceratese che fino dal 1867 stanziò premii in libri e in denaro per incoraggiare la diffusione delle biblioteche popolari: fra gli acquisti fatti coi denari della istituzione nascente furono provvedute quasi tutte le pubblicazioni del Treves, della Biblioteca Utile; di alcune opere come dello Smiles, del Macé sonovi più d’una copia che circolano assai: i bozzetti militari del De Amicis son reputati un boccone appetitoso e non si fermano un’ora nello scaffale; così molte opere del Tommaseo, e un libro pur giudicato utilissimo e letto con avidità, è il Robinson Svizzero. Il Thouar co’ suoi piacevoli racconti incontra moltissimo, massime presso il sesso gentile, fra il quale va in missione la Paladini co’ suoi squisiti volumi. I lettori appartengono per ora nella massima parte alla classe degli studenti: la media dei volumi in lettura è di 60 per ogni distribuzione.

Il locale è fornito gratuitamente dal comizio agrario. I promotori riuniti alla 1° adunanza generale proclamarono 10 soci onorari nelle per-