Pagina:Le confessioni di Lev Tolstoj.djvu/41

Da Wikisource.

le confessioni 39

con la distruzione della volontà, spariranno anche tutti questi fenomeni, questa precipitazione continua e l’attrazione senza scopo nè riposo, per tutti i gradi della realtà nella quale e con l’aiuto della quale esiste il mondo. La diversità delle forme successive scomparirà, come tutti i fenomeni con le loro forme generali, lo spazio e il tempo, e finalmente l’ultima forma fondamentale: il soggetto e l’oggetto. Se non v’ha volontà, non v’ha rappresentazione, non v’ha universo. Davanti a noi non resta nulla, senza alcun dubbio. Ma ciò che s’oppone a questo passaggio nel nulla — la nostra natura — è appunto questa stessa volontà dell’esistenza (Wille zum Leben) dalla quale noi dipendiamo come il nostro mondo. Il fatto che abbiamo tanta paura del nulla o, ciò ch’è lo stesso, che teniamo tanto alla vita, significa soltanto che noi stessi non siamo nulla se non questo desiderio di vivere e che non sappiamo nulla di più. Ecco perchè, dopo l’annientamento assoluto della volontà, per noi che siamo ancora pieni di volontà, non rimarrà senza dubbio nulla. E per coloro la volontà dei quali s’è trasformata e s’è negata essa stessa, il nostro mondo reale, con tutti i suoi soli e le sue vie lattee, non è che il nulla».

«Vanità delle vanità, dice Salomone, vanità delle vanità, tutto è vanità! Che vantaggio ricava l’uomo da tutto il lavoro ch’egli fa sotto il sole? Una generazione passa e l’altra arriva, ma la terra rimane sempre ferma... Ciò che è stato è ciò che sarà, ciò che è stato fatto è ciò che si farà, e non v’ha nulla di nuovo sotto il sole. V’è forse qualcosa di cui si possa dire: «Guarda, questo è nuovo»? È già stato nei secoli che son venuti prima di noi; non si ram-