Pagina:Le confessioni di un ottuagenario I.djvu/313

Da Wikisource.
286 le confessioni d’un ottuagenario.

e la luce nel raggio del sole. Il sentimento nel pensiero è il più bel trionfo sulla sensazione nel corpo; esso prova che l’anima vive fuori di sè, anche senza il ministero delle cose materiali. L’amore che principia nello spirito non può finir colla carne; esso vince la prova della fragilità umana, per tornare puro ed eterno nell’immenso amore del Dio universale. E Lucilio sentiva la divina magia di questi pensieri; senza farsene ragione nel suo criterio di medico. Gli parevano fenomeni fuori di natura; e tornava a rivolgerli e a studiarli senza guadagnarne altro che un nuovo fervore e una più ostinata tenacia di passione.

Quando la Clara fu condotta da’ suoi alla conversazione della zia, il dottorino di Fossalta trovò assai facilmente il modo di penetrare colà. Il galateo veneziano non fu mai così ingiusto, da vietare l’ingresso delle aule patrizie alla buona educazione, al giocondo brio ed al vero merito, se anche uno stemma inquartato non dava risalto a queste buone qualità. Lucilio era molto stimato a Portogruaro, e godeva il favore e l’intrinsichezza di alcuni giovani professori del Seminario. Fu dunque da loro presentato all’illustre senatore; e questi in breve ebbe campo a ringraziarli di ciò come d’un segnalato favore. Egli conosceva del resto da molti e molti anni il dottor Sperandio, che ricorreva a lui in ogni cosa che gli abbisognasse a Venezia. Si lamentò adunque garbatamente col figlio del suo vecchio amico, perchè avesse creduto necessaria la malleveria di terze persone a potersi presentare in sua casa. Nel dargli commiato la prima sera, si congratulò che il bene dettogli di lui fosse un nulla, in confronto a quello ch’egli stesso ne avrebbe dovuto dire in seguito. Il giovane s’inchinò modestamente, fingendo di non trovar parole per rispondere a tanta gentilezza. La conversazione di Lucilio era per verità così vivace, così amabile e variata, che pochi davano piacere quanto lui soltanto ad udirli parlare; il solo pro-