Pagina:Le confessioni di un ottuagenario II.djvu/275

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capitolo decimosettimo. 267

un’osteria per ivi posare fino all’alba. Anche si temeva che acchetandosi il mare, nuovi sbarchi di Turchi o di Russi venissero a trar vendetta delle lancie perdute; gli è vero che soffiava uno scirocco indiavolato, e che da questo lato le precauzioni erano più che altro soverchie. Ciononostante i nostri accolsero con molto giubilo la proposta di questa brevissima tregua, e i tripudii coi marinaj, e colle donne del paese, ebbero ben presto cancellato dalla loro memoria le fatiche e i pericoli della giornata. Martelli era uscito sul molo con qualche persona autorevole del luogo a speculare il tempo, e a disporre le scolte; soletto melanconico io me ne stava nell’androne dell’osteria, coi gomiti sulla tavola, e gli occhi fissi nella lucernetta d’una Madonna di Loreto addossata al muro dirimpetto, o svagati a guardar nel cortile le tarantelle improvvisate sotto il fogliame d’una vite dai nostri soldati. L’allegra vita meridionale riprendeva come niente fosse le sue gioconde abitudini, a venti passi da quel piazzale ove il sangue correva ancora, e venti o trenta cadaveri aspettavano la sepoltura. Le mie idee non erano certamente nè animose nè liete, ad onta di quell’effimero trionfo; maldeiceva fra me a quel perverso istinto che ci fa vivere, più che nelle contentezze di oggi, nelle paure dell’indomani, e invidiava la sprovvedutezza di coloro che ballavano e trincavano, senza darsi un pensiero al mondo di quello ch’era e di ciò che sarebbe stato.

Così passava da melanconia a melanconia, quando un vecchio prete curvo e quasi cencioso mi si avvicinò timidamente, domandando se io fossi il capitano Altoviti. Risposi un po’ ruvidamente di sì, perchè una discreta esperienza non mi faceva molto tenero del clero napoletano, ed anco quelli erano tempi che il collare non era presso i repubblicani una gran raccomandazione. Il vecchio non si scompose per nulla alle mie aspre parole, e facendomisi più vicino mi disse d’aver cose importantissime a comunicarmi, e