Pagina:Le confessioni di un ottuagenario II.djvu/419

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capitolo ventesimo. 411

sun vantaggio, e molti invece la sua fermata pel vantaggio dei figli. Ella si rassegnò e fu beatissima di sapere come io m’esibiva a tentar ogni via di salvarvi, e mi confidava molto pei validi patrocinii che aveva. Venni qui, e ogni vostra grazia la dovete alla graziosa intercessione della signora principessa; ma perchè Iddio ha voluto affliggervi d’un’altra sventura che non è in poter suo di alleggerirvi, eccomi qui io, che mi tengo superba della confidenza in me riposta da vostra moglie, e che vi sarò amica, guida se mi compatirete, e in ogni caso poi infermiere!

— Pisana, voi siete troppo modesta — prese allora a dire la principessa — le vostre intercessioni hanno potuto a Napoli tanto e quanto le mie. Se io ho piegato le volontà, voi avete saputo convincere i cuori.

— Oh, tutte due voi siete le mie migliori benefattrici! — io sclamai. — La mia vita non avrà spazio bastante per provarvi, se non altro a parole, la mia riconoscenza.

— Ci sono di troppo le cerimonie, — soggiunse la principessa. — Ora attendiamo a qualche cosa di più utile. Domani dovete partire per un lungo viaggio, e vi sarà necessario pensarvi a tempo onde nulla vi manchi. —

Infatti quell’ottima signora, benchè la sua fortuna non fosse molto splendida, m’avea preparato un baule pieno di quanto poteva abbisognarmi; nè a me rimase nulla a desiderare, eccettochè un modo qualunque per provarle la mia gratitudine. Ella si era adoperata molto in quel frattempo anche pei figliuoli del povero Martelli, dacchè la vedova era morta non molti anni dopo l’eroico sacrifizio del marito. Ambidue avevano ricevuto ottima educazione; uno era già ingegnere molto stimato e l’altro navigava come sotto–capitano d’un bastimento mercantile.

Prima di partire ebbi la consolazione di conoscer il primo e di ravvisare in lui il ritratto vivente del padre. Era stato anche lui involto negli ultimi rivolgimenti e assogget-