Pagina:Le confessioni di un ottuagenario II.djvu/457

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capitolo ventesimo. 449

termini più chiari. Credete voi fermamente di esser giusto verso tutti, verso i vostri figli, verso la moglie, i parenti, gli amici, la patria, verso la Pisana stessa, e verso la vostra coscienza, rifiutando cieco e disperato la vita?... Orsù dunque; non obbiezioni nè debolezze; rispondete!

— Pietà, pietà di me, Lucilio!... Ve ne prego, ve ne scongiuro, lasciate ch’io muoja!... Ho veduto i miei figli, ho veduto quanto più di caro e prezioso aveva nel mondo; li stringerò a lungo sul cuore, li esorterò ad essere buoni e leali, cittadini forti ed operosi; li vedrò ancora per grazia vostra un’ultima volta, e spirerò l’anima in pace!... Pietà, Lucilio!... Per carità, lasciatemi morire!...

— E se la coscienza vostra vivesse oltre la tomba, e vi mostrasse i figli vostri, miseri, sciagurati, vili forse e spregevoli per cagion vostra...

— Oh no, Lucilio, essi hanno la loro madre: essa li aiuterà de’ suoi consigli che valgon certo quanto i miei.

— E se alla morte vostra conseguitasse quella di vostra moglie?... Se fosse il primo anello d’una lunga catena di sciagure e di disperazioni, che si perpetuasse nel sangue vostro fino all’ultima generazione? E se pesasse sopra di voi morto, lontano impotente, ma conscio ancora, la terribile responsabilità dell’esempio?... Se lo spirito della Pisana rifiutasse un omaggio deturpato dalle lagrime, del sangue altrui?... Se forte com’ella fu nel dolore, nella pietà, nell’abnegazione, guardasse con disprezzo a voi fuggitivo per ignoranza, per debolezza, e le sue forti aspirazioni, vaganti nell’aereo mondo dei fantasmi, rifuggissero dalle vostre misere e ingiuste?... Se doveste esser separati per tutta l’eternità, se la vostra morte, pusillanime e spietata, fosse il principio d’un allontanamento che dovesse crescere sempre, crescendo insieme i tormenti della disunione, e i vani desiderii di raggiungersi?... Se la natura che voi pazzamente affermate complice del vostro delirio,