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Pagina:Le confessioni di una figlia del Secolo (1906).djvu/130

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A ventinove anni, una fanciulla rasenta il limite estremo della giovinezza: un passo ancora ed ella cade irrimediabilmente entro la voragine, in cui tutte le attrattive e le freschezze si sfasciano per sempre. Ed a trent’anni una ragazza è disfatta

— anche se su essa non cadde, maturatrice, l’ardente opera d’amore. Sembra, anzi, che il gelo del cuore e dei sensi, anziché conservarla, come in un balsamo, la dissolva come in una putredine. È certo che non v’è pietà di ruga, miseria di pallore, stigmata di sterilità che sia risparmiata alla «zitellona».

Tu comprenderai, dunque, come io non vedessi senza terrore approssimarsi l’epoca fatale.... e tanto più che, a questo, l’altro terrore si aggiungeva del futuro minaccioso.... Che cosa avrei fatto, più tardi, quando, passata l’età delle attrattive — dalle quali, sole, io poteva sperare la mia liberazione ed il mezzo del mio sostentamento

— io mi fossi trovata sola nel mondo?

Io sapeva di non possedere che la modesta dote di mia madre. Mio padre, di antica casa ed in