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Pagina:Le confessioni di una figlia del Secolo (1906).djvu/76

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avrei sentito, con tanto trasporto, l’anima mia volare incontro all'amore e le mie viscere trasalire nella febbre di quel volo — a sedici anni — se non avessi avuto, nell’anima e nelle viscere, la imposizione di un cotal fatto su tutta la mia vita. Sino da quei primi agresti impeti, io era la creatura d’amore, la cratura plasmata dalla natura e scagliata nel mondo, per vivere — ed anco morire! — d’amore. Confusamente io lo sentiva allora, quando, esitante e turbata, esaminava la mia coscienza, nel buio e nel silenzio del coro conventuale, pieno di anime dubbiose di fanciulle. E da quel tempo io l’ho sentita, sempre più altamente e limpidamente, quella imposizione — sino ad oggi, in cui, per la troppa scienza del mio fato, io mi condanno a morire.

Sì; ho avuto degli amanti — parecchi. Fra i completi e gii abortiti una mezza dozzina, una diecina, non so bene. Ma, nel numero non piccolo, i completi sono stati pochissimi: forse uno solo, anzi, — secondo il significato, che si vuol dare a questa completezza.