Pagina:Le dicerie sacre.djvu/108

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Diceria I. 99 acque , à «li nulla contrafta , può nuocere , • danneggiare giamai. Virtù flupendi di quella miftura di colori con lega indidolubile , 8c inco Trombile temperati diurnamente inficine. Deh perche nel tempo del tuo vniuerfal diluuio ò Mondo, e perche nel tempo dtltoo «delle incendio ò Pentapoli, non era 111 voi coti pred'giofa Pittura? Che fe contro le fue mira- co lofe tempre fi dimoftrano impotenti l’acqua, & innocenti le fiamme ; giouami di credere , che nè la corrotta tetra farebbe (tata da quella fommerfa , nc le nefande Città da quefto incc- nettie. Efe l’Vwuerfo ratto potrebbe fotto sì fida difefa aflìcurarfi, hor quanto più ficurt-# può,e dee tenerli la Città di Torino , cuftodita da »na guardia tanto potente ! Se l’arto colo- tato dell’Iride niello frà i muioli del Gelo fù argomento della pace di D o con gli huomini ; perche quello velosì ben dipinto poftofrà le^ montagne della terra nó dee darci indicio dell’ amiftà di Dio co* cittadini di Torino? Se gli » fei fegnati del fangue dell'Agnello eranoef- fenti dal furore dell'.Angiolo eftermmarore_j,i perche le porte di Torino, chechudono insè la fpoglia infanguinatadi quella vittima falit- tare,nó faranno franche di qual fi roglia flagello? Se la falcia roda pendente dalla finefira di Raab fù conwafegno dello fcàpo della fua cafa neH’cccid odi Ger>co; perche quefta benda iotinta nel faogue di Chrifto non affiderà Tonno dall'ira del Cielo fdegnato?Seà la porpora dot. totale oppofita da Vlpiano Giurifconfulio contro l'impeto de’fol dati armati, che l'Imperador Scuero perfeguitauano , ripetile la loto audacia, e gli fece petriuerenza dalla loro teme- E 1 ricà