Pagina:Le dicerie sacre.djvu/121

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La Piri vili tleflriero con tré faerte in mano exiuìt vìnctns vtvinceret. Queftisù’lcausilo biancodella fua puta Inumanità, non più , eh: con tré chiodi in vece d’acuti Arali, nè d'altre armi guer- nito,chedi quelle della patienza,e dell’amore, pofe in isbaraglio tutte le fquadre dell’Abbilfo, & vccife conia motte la Morte. Può ben per noi vederli l'imagine di quefto franco Campione, ma chi la fcce non vuol, che fi miri f-nza fentire il fuono inftigator della pugna. Cum eleuatum fuirit fignum in meiihui,vidil/ilis, ©• cl/tvgortm tult. uuUittis. Vdite l’Apofto- lica tromba, chequafi vnfollecito incentiuo con i(limolo pungente c’inuira , Seincita à ve- ftit l’armatura. Chri/iopatfa in turni, &vos -tailtm cogi fattone armamini. B‘fogna,cht_> gli fpeteatori di cotal Pittura (poiché altro non c la prefente vita , eh’ vna coutinoua militia)s’ apprettino per entrare in campo, s’apparecchi. no al fatto d’armi, e fi portino bene nella gior- nata imitandolo nella fatica, efeguitandolo nella vittoria. §)hì doctt manus rneas ad btU ium, & digitos tneoi adprtlium. Sentì tutto raccapricciarli Caflandro, e sbigottito, e_> tremante non fapcua giudicare fe verofufle^, ò dipintoli ritratto di Aleflandro il magno, fotto cui guerreggiato haueua la maettà, & il valore di così grand’ huomo frà fe fteflo rivolgendo. E pottà il Chrifbano volger la tfifta all'afpctto del fuo Signore , e non peniate,eh’ «gli milita fotto quella bandiera ? e non riuo- carcalia memoria con ifjupore, eco» pianto Jc grandezze di quel Capitano, &i menti di quel fangue? Se l’.imgiif;di Polmone F'Io- Xofo^jcr la tutid-iì a Se fiocchi, pet Uleut» t>:à