Pagina:Le dicerie sacre.djvu/122

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I) I C E R I A T. IIJ riti del volto , c per la grauità dell’atro , che rappretentaua , veduta da quella meretrice^ dentro vna camera valfe 5 fpauemarl* , & a_j reffrenarìa, mentre, chcera già in procinto di commetiere dishoneftà . Che dourà fare il fembianre dell'onnipotente Iddio , giufliflìmo giudice di tutte le noftre operationi , qual' hora, òperfuafi dalle luGnghe del (enfo, ò fol- lec'tati da gli (limoli dell’ affetto, à viol ire le diurne leggi ci apparecchiamo con qUa!ch;_» fcelcrarezza ? Non hauremo adunque noi riguardo al fuo cofpetto d’offenderlo ? ò non ci fentiremo dalla prefenza di si fatto ammoni» tore interiormente atrernre , e ritirar dal peccato f Della (tatua di Mitiofi narra, checag- gendo vccife il coipeuole della morte di colui, di cui era (tatua , qna(i il marmo priuo d’intelletto , e di fenfo, conofcittto l’vccifore del rap* prefentato da lei,far ne voleffe memorabil vendetta . Temi, e trema, ò Anima peccatrice* tu , che non folo hai cen le tue colpe crocifitto Chrifto, ma tieni tuttauia in mano il pugnai fanguignofo , con cui (ancorché egli non fi fili pambile) per quel , che tocca à te milieu Tolteti giorno lo erucifigi. Guardati (dico) •non quel, che attuenne già d’fna (tatua , hoia d’vna pittura non auueaga , si che quella iftef- fa imagine, la qual (in qui ri è (lata fauoreoe- Je protettrice, non ti diuenti per l’innanzi rigida perfecutrice vendicando in te Teucramente la morte del fso effigiato. Ahi non t’accorgi,che mentre così oftinata , e pertinace te ne_> Sai nella tua perfidia, non fei più figura vina, e colorita, rapprefentante la diurna fomiglian- za, ma dille nata fei vna (tatua immobile, £c