Pagina:Le dicerie sacre.djvu/126

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DlCSRfA T. IT7 | ci forano nulla à lato ad «n Col (ilo di sì pregiò ta ttl.i.N*1» corruptilihb. auro, vii argento re- iempti, ifiìs, ftii pretio/o finguine agr.i imma- tuUti Chrijli. Giudicando Zeufi non cfTertj oro bafteuole à pagar l’operc fue, vfaua più to. fio di donarle , che di nceuerne prezzo. Ma Chrifto (e bene à tutti vmuerfalraente hà offerta in dono la fua,à >01 nondimeno,fapendo potere efseme in qualche parte con ricca ricorn- penfa contracambiato, hà voluto più tofto ven- derla.che donatlajvenderla però in quel modo,e con quelle conditioni, che poteua foftencr la valuta della fua Pittura . Nómi lafcierà me* tire lo Spirito fanro.il qual per bocca di Salomon: di ciò quafi chiaramente parlando dice- ua,Digiti tius «pprthenderunt fu/urn, Sindoni ficit, ó> vendiditcingulum tradidit Ch/t* nax&o.Prctc la d u.i.a Sapienza à trattare ilfu- fo. E qual’altro fulò diremo noi hauer trà le mani prefo il Verbo eterno, che la Croce? Con quello fufo egli à guifa di nuouo Hercole fi ridurle à filar per amore; e filò sì fottilmente , | che vi lafciò fpczzato il proprio ftame vitale , | E filando venne à comporre vna Tela, quella I tela , incuivolfe poi lafciar dipinta Kimagi* ne di (c fiefso,Sindonemfecit, & vendidit. La j vernila di qoefta sì ben figurata Tela fù fitta ad vn mercatante, che tale è il fentimento della I voce Cananeo.Echi fù quello mercatante fe no [ il Sereniffimodi Savoia , >1 quale da lui cora- i prolla volentieri, dandogli in vece di pagamento due gioie, le più pterofe, che fufsero nel t douitiefo gemmaìo della fua reai famiglia ? Vmb£Rto,& Amedjo , Spiriti S^reniflimi, voi I fufte le gioie , con cui quefta nob.l merce fù com-