Pagina:Le dicerie sacre.djvu/129

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no LÀ Pittura cafa di Savoia più d'ogni altra dilettasi Ciclo; Cafa chiara illuflre per l'intinto valore ; ma più per l'incorrotta religione, o per ia pietola cultodia di quella iindone_i, Giacob rimafe herede della veda mfangui- nata del fuo figliuolo creduto morto. Carlo rimafe herede della fpoglia del Figliuol di Dio cropfitlo. Elifeo ottenne dal fuo mac- ftroinsù l’eftrcma dipartita il mantello, che gli copriua le fpalle. Carlo ottenne dal fuo Sjgoore il panno , che gli fafciò le carni, Veronica hebbe vn fchizzo del volto di Cliti- fto abbozzato co] fudoreinvn moccichino. Carlo hàvna figura perfetta di tutto il corpo ih vi» lenzuo!o. Pietro fi vide fpjegar dal Cielo vna cortina piena di animali velenofi, Carlo fi vide fpiegare in terra vn confatone, doue è il vero ritratto dell’innocente Agnello, O fauote fopra ogni fauore, ò ftuorito fopra ogni altro fauotito. Mosè fù degno di parla, re à Dio da faccia à ftccia . Stefano di mirar Giesù ftamealla delira del Padre . Paolo di fpiare i diuini fecreti rapito al terzo Cielo. Giouan Battila d'alzar la mano fopra la teda di Chrirto nel lauacro del Giordano . Lazaro d’eiler da lui lagrimaro dopò la motte.Giouan- ni Euangelifla d’appoggiargli il capo in grem. bo nella cena eftrema . Pietro di commetter, gli i piedi trà le mani nell’ visimo bagno, Maddalena d’ ungergli , ramingargli, e baciargli le piante nel parto di Simonc . To* m.ifo di ficcargli il d;to nel fianco aperto . Giti- (eppe di toccarlo, e rtringctlo con tenerezza, L’altro Giufeppc di trattarci! fuo corpo morto mungendolo nel drappp, di cui parliamo.