Pagina:Le dicerie sacre.djvu/20

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Diceria I. 11

simo Apelle soleva forte Protogene riprendere, perche soverchio tempo intorno alle figure spendesse, troppo assiduamente ritoccandole, nè sapendo giamai la mano dalla tavola levare. Hò brevemente racconto tutto quello ch’à costituire un Pittor perfetto si richiede le quali tutte cose se con suprema eminenza si ritrovino insieme congiunte in quello sovrano Pittore, di cui ragiono, non voglio molto affaticarmi à dimostrare. Bastimi solo dire, ch’egli infinitamente sà, perch’è la stessa Sapienza, che tutte le cose intende; ottimamente fà, perch’è la stessa Potenza, che tutte le cose crea; e efficacemente vuole, perch’è la stessa Bontà, ch’à tutte le cose si communica. La prima parte, cioè la scienza, ne’ Pittori mondani è imperfetta, percioche di rado, ò non mai avviene, che in un solo artefice si uniscano insieme quelle discipline tutte, che in cotal’arte son necessarie. Et chi non sà, che gli è necessaria la contezza della Theologia per poter con sicurezza descrivere le cose di Dio, degli Angioli, e de’ Santi? Delle Historie sacre, e profane per non fallar ne’ costumi delle persone, ò degli avvenimenti? Della Poesia non parlo per notitia delle favole, poiche con essa è quasi una cosa medesima. Parlo ben dell’Anotomia per collocare i muscoli nelle sedi loro senza stroppio. Parlo della Filosofia per esprimere molti accidenti naturali senza errore: Et se vogliamo regolarci secondo il detto di Panfilo Macedonico maestro d’Apelle, come potrà egli tratteggiar con fondamento le linee senza la Geometria? come divisare perfettamente le fabriche senza l’Architettura? come rappresentare i luoghi del mondo senza