Pagina:Le dicerie sacre.djvu/205

Da Wikisource.

ifé La M n i c il none Cartaginefe, che con lamedefimaindu-. Aria pur di ciò fare tentò, non auaenne felicemente. Ma chi crederà .cotale imitatione efler perfètta? Niuno, ch’io ftirni,poiché quantunque sì fatte voci articolate fieno , Immane però non fono , ma fìnte,(intuiate, adombrate più tolto che vere ; non hauendo la lor loquela concetto di fignificanza alcuna , per eller formale non_* da ingegno arguto , ma da lingua irragione- uole, onde nè fanno, nè intendono, nè capirono ciò che garrifeono . Là doue la voce dell’ huotnu gl’incfplicabili penfieti della mente_> efpone come interprete, gli ordini ofeuri della volontà dichiara come nuntia , l'effigie iftefsa dell'anima tutta tapprefenta altrui come ima- gine , ò fimulacro . Torcimanno delle cifre del cuore, Trombetta de'fecreti dell’animo, A- raldo de’commeroj, e delle amicitie degli huo- mini. Ma chi vuol meglio conofcere quefta armonia, di cui parliamo,prenda meco alquanto à filofofare intorno alla fimpatia , che concia voce hanno ['orecchie,di tanta affinità feco co- giunte, che quella per legge naturale pjr che à quefte fole debba feruire, e quefte folo per rice- uer quella par che fieno ftace formate. Impe- roche ellendo d’aria fatt> la voce, accioche più fpedita paffi all’orecchie , ncil’orccchie parimente volfe l’ottima macftra delle cofe porte alquanto d’aria racchiufa in vnafottile spicciola membrana, diftefa fopra vn’oflo porofo, e fecco, à guifa di timpano militare, il qual nel fondo dell’orecchia fituato , dalla voce di fuori batt.uto, epercollo, manda l'aria fonora al fenfo commune per vn neruo,che dal ceruello fi diparte in due rami. Più , Fece quefta di- ligen.