Pagina:Le dicerie sacre.djvu/206

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Diceria II. 157 ligentiffima Architettrice t'orecchie gemelle , e quafi tutte neH'edifìcio della tetta fitte , perche più vicine futtero al regio albergo del)a_l» Mente , & alla cella della Memoria , la quale.» nella più baffa parte dell’orecchie fù da lei edi- ficataje tuttoché per ctler due,doppio, e dmer- fohabbianol’fdito, nel capo nondimeno ma» rauigliofameme fi congiuugono amendue, e_> nell’imenor feno dell’vdito s’vmfcono in modo, che non differenti cofe, ma lemedefime per quetta,e per quella parte s’introducono. Più . Fecele non pendenti, quali in alcuni infulfi , e difformi animali regg amo , ma diritte in forma d’ali, òdi promontori , non folo perguar- i date, e difendere dal rigor del heddo , e dal furor del vento la dilicatura di quel feufo , mà anche à gu;fa di fegni, e d’indice, perche la voce ambafciadrice non erri l‘»fcio , e la parola imprudentemente fe ne trappoli. Più. Fece-» loro perpetuamente aperta l’entrata , acciochs mentre l'animo fi npofa , e quan to i cuftodi fon prefi dal fonno , non fia alla voce preci- » fa la ftrada , nè le fia ritardato il paTaegio . Più . Feceui l'adito non fpauof», non fempli* ce, non diritto, ma tiretto, eauernofo , & 0- bliqao à foggia di Lumaca , sì perche il tie- tncndo fragore de’ tuoni , e lortrepuo deile_> grida , e delle (Inda grandi non Docciano al* l'organo , ma per quelle tortuofe *i»?uftie (i rompano, si perche la voce, che qoiui ari ina, à guifa d’onda per gli fpeili, e conful ■ auu.il- I gimenti del Meandro , s’indolcifca, <• de polla ogni afprezza , diuenga li.op'da e mol* le ; sì anche perche la parola iutromella^* IBS volta , più non ritorniindietto, maqui- 1 | ui