Pagina:Le dicerie sacre.djvu/207

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ij8 La M r s i c.a ; ui à fermarti fia coftrctta , titrouando la via di quel cartilaginofo labirinto più H-fficilc nel» l’tfcke, che nell’cntrate. Grandiffime in fornirla fono le marauiglie, e niarauigliofìllìmi gli Atamcmi, che nella fabnea hutv-aiia feiuono al roinifterio di quefta voce j laqua’e dall'intelletto fuo perno Motore di Delle ragioni arma- ta, & in noroerofi accenti dtftmta , c ditanta^. forza,che non per altro mezo Marcantonio fi libera dalle fpade de’fo'dati di Mario ,e di Gin- na , che per vccidcrlo gli fono intorno ; nè con altro feudo Dauid reprime l'impeto de’ miniftri di Saulle , che hanno commiffione_» di torgli la vita . E fe tanta forza hà in si la parola creata, e naturale, quanto penfate fa* là quella della fopranaturale,& incresta? quella laquale è lo ftelTo Iddio . Credetelo à G’o- uanni. Et Dtut ernt Pfr£«0j,cjuel]a,chc hà potuto dar l’efserc al nulla,creando quanto di bello fi vede nell'Vniuerfo . Sentitelo da Dauid. Virbo Dimini cali firmati funt. E fe tata forza hà ella inuifib le,& infenfibile io Ciclo quan, ra dourà hauerne veftica di carne , c fottopo- {la à i noftri fenfi in terra , doue (come di raffi) non per altto fine viene, che per cantare l Ma quanto in quefta parte della voce il noftro Mufico fia eccellente,voglio,che ne ftiamo al detto della Spofa , laqual come ottima Cantatrice , per hauer comporti i facri Cantici , potrà renderne buon giudicio.Vdite ciò,ch’ella dice in vn fuo vago madrigaietto, Vcx tu* dulcii tjf.Vdi- te ciò che foggiuuge in vn'altro de’ fuoi affet- tuofi Panegirici, Fauus diflillans labi* tua* Et inuero fe conGderiamo quella frà l’alrrece- lefti fentenze vfeitedi bocca del (àpientiffimo raac-