Pagina:Le dicerie sacre.djvu/216

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iceria ir. *07 riempì egli d’ammiratione , edi fama la Città tutta, tanto che la giouentù difaiellì i giuochi, e tralafciati, i folazzi cupidamente a»liel.)uj_» per afcolrarlo } Fu fors'egli Cicerone à De* mortene, ò a Cameade inferiore f non fi chu- deuano i fondachi,e le botteghe qual hora prò* deua egli alcuna caufi nel foro à difendere t Efpecialmente nella Orarione CorneIian*_* non diede (anta marauiglia a’Romani , che_* comeftoltr, c fotfennati, nonfifeppero conte- sere di prorompere nell’acclamatione , e nel plaufu? Che diremo di Tuo Liuio, ilqualcon la poteftà, e l'imperio della fua pronta fauci!» traile da'eonfìni di Spagna infinoà Roma icittadini di Gade ? Lafciò molti aliti Gentili per dir d’alcunifacri, e Chiiftiani Dicitori . Mi* rabilcofa. Appena apre la bacca Pietro A- portolo, che fubito fi connettono le migtiaù degli huomini. A quattro femplici parolette.» di Caterina la Verginella rimangono confuti quaranta Filoloficol Tiranno. Gregorio Na- zianzeno, mentre il» Coftantinopoli oraua , tanta attencione nel popolo vedetta, con tanta foffèrenza , e con tanto fileutio era ascoltato „ che non li fotmaua accento, non iì feiìhua fuf- furro, non fi barteua palpebr i, e quali la refp> tallone ìfteda (i ttneua lofpefa . Vincelino Fer- tiero SpagnuDlo , dell’ordine de’Predicatori , huomo non me» fame», ch’eloquente, fi era he» uadictrotanto concorfo , che tal horafuor delle Chicle in campagna era à ragionare co* fuetto ; Si. alle volte infìno al numero di ot- tantamila perfóne nella fua piedica li contattano . Bernardino da Siena , religiofo d’eloquenza vgualc ,c di lanuti,di tua non mina» - ' te ,