Pagina:Le dicerie sacre.djvu/290

Da Wikisource.

Diceria II. iSi de! fuo diuino amore, Zefiro molle, efoaue, e di quanto bene fi produce al mondo fecondil- fimo Padre , che è quello iftelfo , che lo faceua palleggiare ,ad anrampo/l mcridiem , con la fua virtù toccandolo lo (limola maggiormen* te. Saluofenon volellimo dire, che'l libilo dell’auretta dolce,e fottile fia il folpiro di quel- l'al ro ellrcmo, quando anhelante, e moribondo, tr*d’dit fpiriturn.Hot'all’ellalare di quello vento amotofo, vdite come dolcemente flebile, & amaramente (oauc il cauto del noflro Cigno ù fi fcntirc . Paur ignefee illii. O mifterio da non contemplar fenza lagrime , ò fauore da_* non potetti, fc non con altrettanto amore pagare . Mentre il Cigno canta, tutti gli altri vc> celli afcolratori (fe crediamo à Meliltojpiem di merauiglia, e d’atrentione ammutirono, Ahi qual farà quell’ingrato cuore , che'l fuono di quelli canori accenti,non honori con filentio,e con piatito? Audite cccli,& obflupefcitt,& *d- miramini omnts gentes . Il Cigno fi tiene da’ nocchieri per nuntio deliro di profpera naui- gationc ; onde finfero i Poeti, che Venere dall' apparire de'Cigni il ritorno della perduta armata augurale ad Enea.Ma d'aufpicio.ò quan, to più felice apportatore è quello Ggnoa'na» uiganti del mondo, che trà gli fcogli delle ten- tationi, e trà le fortune delle tr bolationiondeggiare . Spes me» tu in die afflicfitnii. Salta noftra in tempore tnb ulationìs . Il Cigno è di fua natura humano, benigno, epia- ccuole, non hà fiele, nè fuol giamai nuocere , s’altri non l’irrita ; £ fe ben con 1' Aquila hà naturai nemicitia , non però mai l'offènde, fe non è prima da quella oiFcfo, O che fìupenda con-