Pagina:Le dicerie sacre.djvu/296

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Diceria IT. 187 &infentendo l’vno, e l’altro parlate, di federe , e di fentire appunto vn paragone di due rccelletti canori , che fopra due aibofcclli concertandoti infieme contrapunteggiano à gara. Bella inuentione c quella , che fogl oro gli vccellatori vfare nellecaccie desolatili per I tifargli al lacciuolo.ò all'vfcio; Percioche sù la t cima d'vn’hafta vno ne legano , e lo Aringo- ' do in guifa.che’e’fi dibatte , e cantaci cui can» | to gli altri mentre ricantando concorrono,nel» la panuia.ò nella rete vicina s'intncanc. Simile in gran parre è l’aitificio vfato dal gran Cac- • ciatore del Cielo. N un quid caitt auii in la- qutnm tbfquaauiupt 1 Egli per farpreda^» dcll'aninie peoitenti fi fcrue di quedo gemiliffì- mo rxh arr.o confino sù'l palio della Croce, il- quale ò con che do'ci, e con che pietofe uottj hà quiui cominciato a cauta tc . Raccogliefi da Virgilio, che quando gli vccelli cantano fette Tolte c fegno di futura fetenità . „ Turn liquidits Corni piffa tir gutturA vocts , ,, Et quatir gtminant. Chiatillimo fereno alle nodre mortali tempere: pnofTì ben’hoggimai fpetare dal canto di quedo diuino vccello in cima à quell’albero eccclfo (ette volte replicato, Sicut in firuo gl«- citi folutntur piceni a tua Et ecco vn'altro ve* , celJino,ch’allc fue voci cantando,e verfeggian- do fpiega l’ali da locane contrade, e riman pre. fo . Vocans ab Oriniti aucm , & di ttrra Un- j ginqua virum voluntatis min . Onde s’egli è vero ciò che’J Sauio dice, Atiium Jcnus fuxuis; non deue certo d’akolcare 1 paflaggi dell’vno, & dcll'alcro rmcrefcerci, Miro Chiifto che in