Pagina:Le dicerie sacre.djvu/297

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tS8 La M v s i c x vn legno (ecco languifce,dall’ eterno Verbo la- feiato folingo > quanto al concorfo, e lo rafto- miglio ad vna vedoua Torrorella.laqual quando hà perdutoti contorte , non beue mai itu* acqua chiara , ni pofa mai in ramo verde , ma ftalfene in sfrondata pianta gemendo fconfol»> ta , edolenre, Vox tM'turis Audita eft io tir\ r» ntjlru. Miro il Ladrone vicino al chiara Sole della diurna miferìcord.a lafciare il peccato, e l'agguaglio ad vna gionane Rondinella, la qual come prima incominciano i raegi del bel Pianeta intepidì à temperar l’afprezza della ftagione delle Piramidi di Menfi (ì tragitta a_j Soggiornare sù i noftri tetti, Sicut full»! hi- rundin!s,fic rlamaio. Che vaga, e dolce e- mulationei quefta , che pa(Ta trà quelli duej mutici vccellim, hor che'l Verno del peccato hà perduto il Tuo rigore , hor che la Primauera della faiute fà Spuntar fiori di grarie. Hytms tmnsijt t imber abijt ,& recejjìt, Chebcll*_j tenzone , che gratiofa contefa fanno amendue à proua, e nell’ offrire , enei donare, e nel chiedere, e ne 1 rispondere. Il Ladrone offrej quanto egli hà,dona quanto può. Altro di(uo in tanta pouertà non gli auanza : Altro di libero in tanta ftrettezza non gli refta, che cuore, e lingua . Et ecco,che con l’rn l’ama, & adora,con l’altra lo confe(Ta,e difende ; E fe Spiccar da'chmdi potelfe le mani, c pietà il credere, eh’ armandole à danni de'manigoldi, fi sforzerebbe ancora di fcroofigerlo . Chrifto con prodi* galità infinita , mentre fe ne ftà con le polpej bracciate, e rutto lacero dalle ferite, medi irvj non cale i propri dolori,impiegato ogni fuo pé- ficroinlui, per mezo d’vna Sola paroletta gli