Pagina:Le dicerie sacre.djvu/366

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Diceria III. jf7 nìmo pio dee occupare l’rltimo luogo ? L’elfe,' cheladiuideattrauerfo; non efprime il fcgno De! CrocifilTo, per cui non fi dee temere afFan- r.o, nc morte? I! pendente, che feende dal manco lato , non adombra la Temperanza , che dee edere fempre a cuore a chiunque milita per la fede? La cintola , che gli circondai fi inchi non inferifee il dono della Caditi, che dee ftrmger- li i lombi per reprimere ogoi motiuo di libidine ? Il pugnale , che gli fi appende alla cintola , non lignifica l'efficacia della diuina parola . t più acuta , e penetrante di qual fi voglie coltello ! Ne! cauallo . che fi caualca , fi figura il Tenta indomito; il quale fà di mefh'eri col morfo della ragione ben’affrenare , Nello-fprone, che fi calza, lo ftimulo alle imprefe virtuofe, & alle inchiede honoreuoli. Nella indoratura di ef- fo fprone il difprezzo dell’oro, pet cui dee eia- feuno guardarti di commetter mancamento , Nella lancia diritta , e ficura la Prudenza , indi* r zzatrice dclliiuniana mtentiont a fine infallibile, e certo. Nel ferro in cima arrotato, & a- guzzoilzelo pungente prima della gloria diurna , epoi della humana riputatone. Nel pen- noncello modo, Se agitato dal remo , il grido chiaro, e gloriofodel nome, portato a rolo dalla fama . Lo feudo può additarci la Fede, la- qual conuiene francamente imbracciare. L’elmetto ò la celata il gindicio lincerò , c pieno di diritto conofciuiento, La bauiera.ò barhuta,che guarda il volto , la vergogna di quii fi voglia indigniti . Il cimiero in sii la teda il rerrore da datti a’nemici . La corazza nel petto la Fortezza . Lo fpallaccio negli liomeri la Parienza. La buffa dal dedro lato la lealtà . La gorgiera in- tor- )j8 IlC i