Pagina:Le dicerie sacre.djvu/38

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tutte, e con vittime, e con incensi, e con vini; e con giuochi, e con altri superstisiosi honori al divino culto pertinenti adorata. Laqual cosa quanto a i cultori della Christiana religione all hora sorgente fusse molesta, e pericolosa; e con quanta prudenza fusse da’Catolici Imperadori a cotale scandalo proveduto, le sacre leggi di Gratiano, e di Theodosio lo dichiarano apertamente. Hor’Iddio, il qual per comunicarsi a noi, a i nostri costumi talhora si accommoda volentieri, stimò alla sua infinita grandezza opportuno, in questa provincia del mondo, quantunque molto angusta alla immensità sua, dove vederlo occhio mortale non può, discoprirsi in certo modo singolare per mezo d’un suo ritratto somigliantissimo effigiato nell’huomo, accioche e essendo quello istesso, l'huomo quaggiù nel mondo, che lassù nel Cielo è Iddio, l'aspetto di quella luce invisibile in se stesso come in una tavola, ò in una statua alle creature tutte rappresentate, e tutte insieme da essa contemplato, rispettato, e temuto. E piacque a quel sommo fattor delle cose, non dirò già d'imitar Fidia, ma più tosto con l’esempio di quello Scultore ammaestrar noi, ilquale nello scudo eburneo della statua di Minetua, ch'era d'avorio, in tal guisa l'effigie sua intarsiò di commesso, che senza distruggere l'integrità dell'opera distraccar non se ne poteva. Cosi Iddio talmente nell'huomo la fua imagine affisse, che svellerla, ò cancellarla è impossibile senza guastare tutta la fabrica. E per essa assai meglio, e più chiaramente che per lo nome non si suole, se ne può comprendere l'auttore. Per laqual cosa i Filosofi contemplatori della