Pagina:Le dicerie sacre.djvu/394

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Diceria III. }8j te; non folo come Rettore, mi come Palio* te, e Padre gouernate , non folo fopra le_> Cittì, e le Prouincie, ma fopra i cuori, e gl) animi regnate felicemente. E non altrimenti , che quell'Ariftoride d’Euripide il corpo haueua tutto d'occhi ripieno , ma vedeua fola- mente per quelli, ch’erano riuolti reifo il lume del Sole; Così quantunque roi di mille lumi, e di fortuna, e di corpo, e d'animo fiate pompofo, quelli nondimeno fopra rutto fouo ftimari più chiari , che s’affifauo alla luce della vera teligione, e di quelli fopraijio- do vi cale , che’Iculto di Dio,ede'diuini riti hanno per primo ,& infallibile oggetto . E niente tanto con feruido ftudio ,e con folleci- ta diligenza curate , quanto dall'vna parrete profane fette perfeguitaudo, d’ogni fcelerarez- za purgare i voftri fUti, e dall'altra il vedrò facto habito( come in queftagiudiciofa mutatane fattohauetej non pur conferuate, ma dilatare . Quello quefto ri fece degno polle (Tot e di quel fanto Confatone, in cui la figura della vniuerfal faluce fi rede effigiata . Quefto vi fece per hereditaria fucceffiooe depolitario.e cu- flodediquel facro Anello, di cui il giro del Sole non è più pretiofo . Quefto non folo iru» mille fortuncuoli fucceflì ri loftcnnc irà i pencoli dell'armi, ma nel punto eftremo alle fauci di Motte iftefla , che già r'ingozzaita, fano, c libero ri fotirafle. E fù ben diritto, eton figliato «rendimento della dmina Pietà , che colui, il qual doueua miracolofamenteviue- re, e miracolofe cofe operare , s) come per miracolo nacque,fude ancora con miracolo ri- fofcitato.Ma perche come le cataratte delCata* Le Dicerie, R dupe J86 I l