Pagina:Le dicerie sacre.djvu/396

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D r e b * i a III. 587 te naturale, sì pcrch'è il più ant co, e niuno alno ne hà innanzi à se jSÌ perche d'honore, di natura,e di c.igione è il più degno, come quello, ch’efce dal primiero, & altilTìmo Motore, e con la vita vniuerfale lo ftaro di tutte le cofe_» conferua. Il fecondo poi à quefto oppofto, ma non alloluramente contrario, fe non quanto fecondo il diametro per l’oppofitione del corfo gli fi fàincontro, chiamati fecondo, percioche all’altre ruote inferiori s’aflegna .Non ì del tutto femplice,percioche mai non fi compie, fe col primo , e maggior mouimento non lì rimefcola. E in certo modo commune_j, cioè folo à i Tetre erranti, ma non già à quel giro , che fi muoue fopra tutti gli altri primic* ro. E difuguale,e diffórme , percioche prima , chc fi formfea,parta pei molte varietà, naocdo ciafcun pianeta,qua) pìgro.e lento,qual veloce, e rapido,corfo da gli altri d ifcrenre. Eirragio- neuole percioche fecondo la natura diedi pianeti,che vanno quinci,e quindi oe’loro epicicli vagando , diuieue errar ce, e vacilla . Ma ritorno alla mia ptima allegoria , e dico, ch'at- trettanti moti confiderar fi poflono nel noftro cielo. Turn noi dobb amocommunalmente feguitare il moto del primo mobile, cioè la traccia, e l’ellempio del nofiro Gran Maeitro , eoo l’vhbìd'enza fecondandolo, e con l'attioni imitandolo. Ma ciafcun di noi vuole hauere in sè vn moto fuo particolare, e diflmro, ingegnati ioli con qualche opera fegnalara di farti alla religione benemerito. Non biffa ò Causiteli, l’ellet corpi celcftì, ma bn'ogna accordarli ad a urate l'opcrjfone cmuerlale di quefto cielo moucndo£ . Non perche fiate à tanta di- R 1 gni- j38 I