Pagina:Le dicerie sacre.djvu/48

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gli Elefanti, i Gig5ti,& altri corpi di fmifurata grandezza dentro lo fpecchio, ancorché pic- ciolo,(i feorgono tutti meiafeuna parte intieri, c fenza vn menomo feemamento . E nel bre- ue (patiodi queft’amnia.òcome l’affinità in- citcofcritra, &iocomprenfibilc della potenza , della fapieuza , della bellezza d: Dio li vede perfettamente raccolta . Qual’oggetto fi troua più sfrenato,& intolferabie del Sole J di cui ben’à ragione dille quel Poeta Latino, I „ Sol iti urti cachi , centr/t fi ttni.cn pir- Replicato poi da quell’atrroTofcano. „ E'I Sol abbaglia chi ùtn fifo il guarda. Pur quei Sole , che nella fua sfera non (ì lafcift da occhio fiumano rimirare che non abbjglt, fenza detrimento alcuno della vifta , e fetiza_.» pericolo d' cecità dentro *no fpecchio co petto di velo lì difcerne comodamente. Et quel ehia* ritfimo Sole delTamme,chemfcotiotti ilam- pi della fai gloria, e tra i raggi de’fuoi diuini atttibati, tra qued’ofeure tenebre della vita morcale non è lecito fe uon da glteffcrtr »rgo- mcranjo riguardate détto'fchrKtsIfo naslu» rido di qucft’amina telata d'ma béda cotrot* tibile trafpareingui(à,che nè Rita , nèCiela, nè animale, nè ftella, nè qualunque altra- cofa creata ne può dare altrettant i nonna, qitain>- ella fà.Che perciò fbtfe dicea rApoftokvYM«c videmus per[ptculum in unigmette. Narrano l’hiftorie, che DoRlitiano (fufle per fu» dc- litia, ò per fofpctto di tradimento) fece l’interna facciata d’vna Galena , doue egli per to più haueua il» vfo di fat foggiamo ,*clkn tutta d’ma incioftatura di falli così lucenti, che^> >o