Pagina:Le feste di San Giovanni in Firenze.djvu/27

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parte prima 21

liberati nel giorno della festa. A quest’uomo che soffriva non lieve strapazzo per lo stare in cima del carro non gii era dato altro dall’arte dei Mercatanti che sole L. 10; e più una colazione che gli veniva presentata da una finestra di una casa presso S. Maria in Campo; e questa colazione gli era presentata mediante una pertica o asta a forma di pala alla quale era attaccata una paniera con entro una grandissima ciambella, più due boccali che uno pieno di vino bianco, ed altro di rosso, ed alcune paste e confetti. Il finto S. Giovanni beveva e mangiava a suo piacimento, e quindi versava il resto del vino e gettava i vasi di vetro ed il resto delle paste e dei confetti al popolo che vi era intorno. Questa cerimonia non era un lascito sopra il fondo di questa casa, come per un tempo fu creduto, ma era una consuetudine a carico del padrone di essa introdotta da antichissimi tempi, in occasione di essersi una volta rotto il carro in faccia a quella casa, per il che quell’uomo che era in cima del carro fu tirato su dalle finestre con una fune e portato in casa, fu alquanto ristorato, ed in memoria di tale avvenimento fu cominciato a dargli la colazione dalle finestre della suddetta casa; qual consuetudine fa seguitata fino all’anno 1748. Nell'anno poi successivo fu levato affatto l’uso dell’uomo in cima del carro, ed invece vi fa posta una statua di legno rappresentante il Santo.

Questo carro detto della Zecca era il più grandioso ed ornato, erano pregievoli pure gli altri carri che erano stati rinnovati, fra i quali ve ne erano alcuni dipinti a chiaro scuro da Andrea Del Sarto. Questi carri nel 1662, disgraziatamente presero fuoco, e vennero quasi tutti distrutti, come racconta Francesco Bonazzini; e ciò avvenne perchè una dei legnaioli che dovea risarcirli, lasciò una candela accesa quale fu causa dell’incendio, per il che fu