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funzioni, ed il pubblico banditore che dovea fare l'appello dei Paliotti, saliva sopra n piccolo pulpito posto al pilastro dell’arco di mezzo a sinistra del trono.

Questi Paliotti che dovevano essere passati in rassegna sì ponevano tutti in ordinanza nella strada degli Ufizi verso Palazzo Vecchio, e quando uscivano chiamati movevansi e passavano davanti alla Loggia. Facevano poi per la piazza molte girate, per il che accadeva spesso del tumulto, e quelli che portavano i Paliotti si davano sulla testa con l’asta dei medesimi; per il che seguiva che molti per non toccarne fuggivano senza andare ad offerta a S. Giovanni. Onde ovviare a ciò la Reggenza nel 1747, fece dare ordini che tutti i Paliotti, Marchesati, ecc. dopo essersi rassegnati passassero di sotto la volta delle Tratte per la via dei Pulci e dei Lamberteschi, e per Por S. Maria volgendo in Vacchereccia per ivi aspettare la chiamata, passassero a due a due avanti al trono, seguitando di poi similmente in coppia fino a San Giovanni. Dietro ad essi seguiva il carro della Zecca e il carro di S. Giovanni, tirato da tre cavalli, sopra i quali stavano tre fanciulli con cappello con piume, indi venivano i barheri che dovevano correre il giorno, con staffieri con ricca livrea e candela che offrivano poi a S. Giovanni. Dopo veniva uno squadrone della Guardia svizzera e due compagnie della Giandarmeria che faceva il servizio della guardia a cavallo, poichè tanto la Guardia alemanna quanto i Cavalleggieri spagnuoli, che come si è accennato erano stati fatti venire in Firenze da Cosimo I nel 1541, pochi mesi dopo la morte di Giovan Gastone erano stati licenziati da Francesco di Lorena, il quale aveva fatto venire nel 1735, la detta Guardia svizzera e Giandarmeria. Dopo seguivano i Magistrati, e quindi si univa pure il Rappresentante la Reggenza, e dietro ad essi la truppa con bandiere e mili-