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parte terza | 51 |
tari istrumenti; e tutto questo corteggio prendeva dietro Palazzo Vecchio, da S. Firenze, per via dei Librai, Canto dei Pazzi, e Piazza di S. Giovanni, ove giunto dopo una breve orazione al Tempio, restava terminata la festa partendo ciascuno per proprio conto.
Nel 1765, venuto a morte Francesco di Lorena, gli successe nell’impero il figlio Giuseppe II, ed in Toscana, cessata la Reggenza, venne Granduca l’altro figlio Pietro Leopoldo, principe filosofo e sommo legislatore.
È da notarsi che in questo tempo nella vigilia di San Giovanni, soleva sulla Piazza del Palazzo Pitti far bella comparsa una macchina illuminata parte a cera e parte a olio; con numerosa orchestra, come pure la via dello Sdrucciolo illuminata a guisa della luminara di Pisa. Anche la nazione ebrea concorreva alla festa con l’illuminazione di un arco trionfale.
Pietro Leopoldo, che spesso dimorava alla villa del Poggio Imperiale, la mattina del 24 giugno scendeva insieme con la consorte per il grande stradone, esso a cavallo e l’altra in muta; e giunti alla Porta Romana venivano salutati con 101 colpo di cannone, e dalla Porta Eomana recavansi alla Piazza del Granduca. Precedeva un battistrada vestito di scarlatto e guarnizione d’oro, quindi cento Dragoni a cavallo ed altri ufiziali, e poi la servitù, lacchè e staffieri in grande uniforme; dopo i Paggi d’onore vestiti di velluto di color rosso e galloni d’oro, quindi altri drappelli dei Trombettieri della Guardia a cavallo. Annunziato da questo corteggio compariva il Granduca sopra un cavallo spagnolo, con abito ricamato d’oro, cappello gemmato, ed i finimenti pure del cavallo, la sella e gualdrappa erano ornati e dorati. Dietro ad esso veniva il corpo della Guardia nobile a cavallo, quale era stata formata da Pietro