Pagina:Le mie prigioni.djvu/336

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sì frequente e si cara, al rientrare per Porta Orientale, e ritrovarmi al corso, e rivedere quelle case, que' templi, quelle vie, provai i più dolci ed i più tormentosi sentimenti: uno smanioso desiderio di fermarmi alcun tempo in Milano e riabbracciarvi quegli amici ch’io v’avrei rinvenuti ancora: un infinito rincrescimento pensando a quelli ch’io aveva lasciato sullo Spielberg, a quelli che ramingavano in terre straniere, a quelli ch’erano morti: una viva gratitudine rammentando l’amore che m’avevano dimostrato in generale i Milanesi: qualche fremito di sdegno contro alcuni che mi avevano calunniato, mentre erano sempre stati l’oggetto della mia benevolenza e della mia stima.

Andammo ad alloggiare alla Bella Venezia.

Qui io era stato tante volte a lieti amicali conviti: qui avea visitato tanti degni forestieri: qui una rispettabile attempata signora mi sollecitava, ed indarno, a seguirla in Toscana, prevedendo, s’io restava a Milano, le sventure che m’accaddero. Oh commoventi memorie! Oh passato sì cosparso di piaceri e di dolori, e sì rapidamente fuggito!