Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/167

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che amasse solo lo sfarzo e gli abbigliamenti. Ogni dieci giorni il genio viene a passare una notte con me; nè viene più di sovente, adducendo per iscusa, esser egli unito ad altra donna, la quale avrebbe gelosia se venisse a scoprirne l’infedeltà. Nondimeno, se ho bisogno di lui, sia di giorno o di notte, non appena tocco un talismano, situato all’ingresso della mia camera, che il genio compare. Sono oggi quattro giorni ch’egli è venuto; laonde non lo aspetto che di qui ad altri sei. Potreste dunque rimanervene cinque con me per tenermi compagnia, se vi piace, ed io procurerò di trattarvi secondo il grado ed il merito vostro.

«Io mi sarei stimato troppo felice d’ottenere un sì gran favore domandandolo; per rifiutarlo dopo sì cortese offerta. La principessa mi fece dunque entrare in un bagno, il più comodo e sontuoso che si possa immaginare, e quando ne uscii, in vece del mio abito, ne trovai un altro ricchissimo che indossai, non tanto pel suo valore, quanto per rendermi più degno di stare con lei. Sedemmo sur un sofà coperto di magnifico tappeto e guarnito d’origlieri del più bel broccato delle Indie; dopo qualche tempo essa mise sopra una tavola delicatissimi cibi. Mangiammo insieme, passammo dilettevolmente il resto della giornata, e la notte mi accolse nel suo letto.

«La domane, siccome cercava tutti i mezzi di piacermi, mi servì a pranzo una bottiglia di vino vecchio squisitissimo, e volle per compiacenza berne con me. Riscaldata ch’ebbi la testa da quel liquore delizioso: — Bella principessa,» le dissi, « è troppo tempo omai che ve ne state qui sepolta viva; seguitemi, venite a fruire della luce del vero giorno di cui siete da tant’anni priva. Abbandonate la falsa luce della quale qui godete. — Principe,» mi rispose sorridendo, «lasciate un tal discorso. Ho in non cale