Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/199

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e frattanto le onde, gonfiandosi, s’innalzarono a poco a poco. Giunte al piede della cupola, all’altezza della montagna, vidi da lontano venire una scialuppa alla mia volta, e benedissi Iddio, vedendo che le cose succedevano conforme al sogno.

«Approdò infine la scialuppa, e vi scorsi l’uomo di bronzo qual m’era stato dipinto. M’imbarcai dunque, e mi guardai bene dal pronunciare il nome di Dio; anzi non dissi sillaba. Sedetti, e l’uomo di bronzo tornò a remigare allontanandosi dalla montagna, e vogando di continuo fino al giorno nono, in cui vidi alcune isole, le quali mi fecero sperare che ben presto sarei fuori di pericolo. L’eccesso della gioia mi fe’ dimenticare la fattami proibizione, e sclamai: — Sia benedetto Iddio! Dio sia lodato!

«Non ebbi appena finite tali parole, che la scialuppa sprofondò coll’uomo di bronzo, ed io, rimasto sull’acqua, nuotai il resto del giorno verso la terra che mi parve più vicina. Susseguì una notte oscurissima, e non sapendo più ove mi fossi, nuotai a caso. Spossato infine, cominciava a disperare della vita, quando, rinforzato il vento, un’onda alta come una montagna mi scagliò sur una spiaggia, dove, ritirandosi, m’abbandonò. Mi affrettai subito a prender terra nel timore che una nuova ondata mi ripigliasse; e la prima cosa che feci, fu di spogliarmi, di spremere l’acqua dalle vesti, e distenderle per asciugarle sulla sabbia, ch’era ancor calda del diurno ardore.

«L’indomani, il sole finì di asciugare i miei abiti, e vestitomi, m’inoltrai per riconoscere i luoghi, né camminai molto tempo che m’accorsi di trovarmi sur un’amenissima isoletta deserta, piena di parecchie sorta di alberi fruttiferi ed agresti. Notai però ch’era lontanissima dal continente; il che diminuì assai la mia gioia d’essere sfuggito alla morte. Nondimeno rimetteva a Dio la cura di disporre della mia sorte se-