Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/358

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terrestre, che Dio mandi per mettere il mondo in combustione colla sua bellezza.» Infine, dopo averlo ben guardato, s’innalzò altissimo nell’aere, ove s’incontrò per caso in una fata. Scambiatisi i saluti, il genio disse alla fata: — Vi prego di scendere con me al cimitero ove abito, e vi farò vedere un prodigio di beltà, non men degno della vostra che della mia ammirazione.» La fata acconsentì; discesero ratti amendue, e quando furono nel sepolcro: — Ebbene,» disse alla fata il genio, mostrandole Bedreddin Hassan, «avete voi mai veduto un giovine di più belle forme e più leggiadro di questo? —

«Esaminò la fata con attenzione Bedreddin; poi, volgendosi al genio, rispose: — Vi confesso ch’è bello assai, ma ho testè veduto al Cairo un oggetto ancora più maraviglioso, di cui vi parlerò se volete ascoltarmi. — Mi farete gran piacere,» replicò il genio. — Dovete dunque sapere,» riprese la fata, «(poichè bisogna prendere la cosa da lungi), che alla corte del sultano di Egitto c’è un visir, nominato Schemseddin Mohammed, il quale ha una figlia dell’età di circa vent’anni. È dessa la più bella e perfetta persona, di cui siasi mai udito parlare. Il sultano, informato dalla pubblica voce dell’avvenenza di questa giovane damina, fece chiamare il visir, suo padre, uno di codesti giorni, e gli disse: — Ho saputo che avete una figlia da marito; avrei intenzione di sposarla: vorreste accordarmela?» Il visir, che non aspettavasi tale proposta, ne fu alquanto turbato, ma non abbagliato; ed invece di accettarla con gioia, com’altri in suo luogo non avrebbe mancato di fare, rispose al sultano: — Sire, sono indegno dell’onore che vostra maestà mi vuol impartire, e vi supplico umilmente di non aver a male, ch’io mi opponga al vostro divisamento. Sapete che ho un fratello chiamato Nureddin Alì, il quale aveva, al par di me, l’onore di