Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/372

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«— La vostra storia è delle più sorprendenti,» gli disse il pasticciere, «ma se volete seguire il mio consiglio, non fate a nessuno la confidenza di tutte le cose che m’avete contate, ed attendete pazientemente che il cielo si degni por termine alle disgrazie, dalle quali permette siate afflitto. Intanto resterete con me, e siccome non ho prole, son pronto a riconoscervi per figlio, se acconsentite. Adottato che io v’abbia, potrete girare liberamente per la città, nè sarete più esposto agl’insulti del popolo. —

«Benchè quell’adozione non facesse troppo onore al figliuolo d’un gran visir, Bedreddin non ricusò la proposta del pasticciere, giudicando essere il miglior partito che prendere potesse nella situazione, in cui trovavasi. Il pasticciere lo fece vestire, e presi alcuni testimoni, andò davanti al cadì a dichiarare che lo riconosceva per figlio; e Bedreddin rimase presso di lui sotto il semplice nome di Hassan, e imparò frattanto la professione di pasticciaio.

«Mentre tali cose succedevano in Damasco, la figlia di Schemseddin Mohammed si destò, e non trovandosi accanto Bedreddin, credè si fosse alzato senza volerle interrompere il sonno, e che poco stante ritornerebbe. Attendeva dunque il ritorno di lui, quando il visir Schemseddin Mohammed, suo padre, vivamente offeso dell’affronto cui credeva aver ricevuto dal sultano d’Egitto, venne a bussare alla porta dell’appartamento, nell’intenzione di piangere con lei il suo tristo destino. La chiamò per nome, ed essa non n’ebbe appena intesa la voce, che alzatasi per andargli ad aprire, gli baciò la mano, e lo accolse in aria sì ridente, che il visir, il quale aspettavasi di trovarla nel pianto e non meno di lui afflitta, ne rimase estremamente sorpreso. — Sciagurata,» le disse con ira, «così mi comparisci davanti? Dopo il doloroso sagrificio che facesti, puoi tu presentarmi sì giulivo aspetto?....»