Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/389

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cucita nel turbante di Bedreddin, le presentò Agib e Fior di Bellezza.

«Quando la vedova di Nureddin Alì, la quale era rimasta seduta, siccome donna che più non prendeva parte alle cose del mondo, ebbe compreso, dal discorso udito, che il caro figliuolo cui tanto piangeva poteva vivere ancora, si alzò, abbracciò teneramente Fior di Bellezza ed il figliuoletto Agib; e trovando nel ragazzo i lineamenti di Bedreddin, versò lagrime di natura ben diversa da quelle fin allora da lei sparse. Non poteva saziarsi dal baciare il garzoncello, il quale riceveva dal canto suo quegli abbracciamenti con tutte le possibili dimostrazioni di gioia, — Signora,» disse Schemseddin Mohammed, «è ormai tempo di por fine al vostro cordoglio, ed asciugare le lagrime: bisogna disporsi a venire con noi in Egitto; il sultano di Balsora mi permette di condurvi meco, ed io non dubito non siate per acconsentirvi. Spero che troveremo in fine il mio nipote e vostro figliuolo, e se così avverrà, la sua storia, la vostra, quella di mia figlia e la mia, meriteranno di essere trasmesse alla posterità. —

«Ascoltò la vedova di Nureddin Alì con piacere la proposta, e da quel momento cominciò i preparativi della partenza. Intanto Schemseddin chiese una seconda udienza, ed accommiatatosi dal sultano, che lo congedò colmo di onorificenze, e con un magnifico presente pel sultano d’Egitto, partì di Balsora, ricalcando la via di Damasco.

«Giunto presso quella città, fece erigere le tende fuor della porta per cui doveva entrare, e dichiarò vi si fermerebbe tre giorni per far riposare l’equipaggio, ed acquistar quanto trovasse di più curioso e degno di venir presentato al sultano d’Egitto.

«Mentre stava occupato a scegliere in persona le più belle stoffe, che i principali negozianti avevano

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