Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/419

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finora ha narrate; non voglio dunque privarmi del piacere d’intenderla; quando avrà compito il racconto, ordinerò la sua morte.»


NOTTE CXXIII


Dinarzade non mancò di svegliare prima di giorno la sultana delle Indie, la quale, chiesto a Schahriar licenza d’incominciare la storia da lei promessa, s’accinse a narrarla di tal guisa:


STORIA DEL GOBBETTO


«C’era una volta a Casgar (1), all’estremità della Gran Tartaria, un sarto ammogliato ad una bellissima donna che molto amava, e da cui era del pari riamato. Un giorno ch’egli stava lavorando, venne un gobbetto a sedere all’ingresso della sua bottega, e si mise a cantare, suonando il tamburello. Il sarto, dilettato oltremodo all’udirlo, determinò d’invitarlo a casa per divertire la moglie, e disse fra sè: — Ci divertirà entrambi stasera colle sue canzoni.» Fatta la proposta, il gobbo accettò, ed egli, chiusa la bottega, se lo condusse a casa.

«Giunti che furono, la moglie del sartore, la quale aveva già preparata la tavola, essendo tempo di cenare, servì un buon piatto di pesce. Si posero tutti e tre a

  1. Casgar o Cashgar, regno d’Asia, nella Tartaria; ha circa cento sessanta leghe di lunghezza su cento di larghezza. Oggi ne solo padroni i Calmucchi, sotto l’autorità dell’imperatore della China, che ne intraprese la conquista nel 1759. La capitale porta lo stesso nome del regno.