Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/464

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stigare la vostra insolenza.» Infine, parlò con tanta fermezza, che l’ufficiale non ebbe l’ardire di ostinarsi a voler fare la visita nè del baule in cui mi trovava, nè degli altri. — Passate dunque,» le disse in collera, «fate presto.» Si aprì l’appartamento delle dame, e portarono dentro tutti i forzieri.

«Appena vi furono, udii d’improvviso gridare: — Ecco il califfo! ecco il califfo!» e queste parole aumentarono il mio terrore al punto, che non so come non ne morissi sul momento. Era in fatti il califfo. — Che cosa recate in questi bauli?» chies’egli alla favorita. — Commendatore de’ credenti,» rispose quella, «sono stoffe arrivate di recente, che la sposa di vostra maestà ha desiderato vedere. — Aprite, aprite,» riprese il califfo; «voglio guardarle anch’io.» Volle essa scusarsene, rappresentandogli essere quelle stoffe pel solo uso delle dame, e che sarebbe stato un togliere alla sua sposa il piacere di essere la prima a vederle. — Aprite, vi dico,» replicò egli, «ve lo comando.» Gli rimostrò ella di nuovo che sua maestà, costringendola a mancare alla propria padrona, la esponeva alla di lei collera. — No, no,» ripigliò egli, «vi prometto che non ve ne farà alcun rimprovero. Aprite dunque, e non fatemi aspettare più oltre. —

«Bisognò obbedire, e provai allora un tale spavento, che ne fremo ancora tutte le volte che ci penso. Il califfo sedette, e la favorita gli fece portare davanti ad uno ad uno tutti i forzieri e li aprì. Per tirare le cose in lungo, essa gli faceva osservare tutte le bellezze di ciascuna stoffa in particolare. Voleva fargli perdere la pazienza, ma non riuscì. Siccome non era meno interessata di me a non aprire il forziere, nel quale io mi trovava, non sollecitavasi a farlo portare, ed ormai rimaneva sol questo da visitare. — Orsù, finiamola,» disse il califfo; «vediamo cosa c’è in