Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/487

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guardata a lungo con ammirazione. «I nostri mercadanti non ne videro mai di più preziose! Son certo di arrecar loro un gran piacere, e voi non dovete dubitare che non ve ne diano a gara un gran prezzo.» Mi condusse ad una bottega, che per caso era quella del mio padrone di casa. — Aspettatemi qui,» mi disse il banditore; «torno subito a portarvi la risposta. —

«Mentr’egli con molta segretezza andava mostrando la collana di mercante in mercante, sedetti presso il gioielliere, il quale dimostrò gran giubilo al vedermi, e cominciammo a conversare di cose indifferenti. Tornò il banditore, e chiamatomi in disparte, invece di dirmi che si stimava la collana almeno duemila scerifi, mi assicurò che non volevano darne più di cinquanta. — Perchè mi han detto,» soggiunse, «che le perle sono false: guardate voi se volete cederla a tal prezzo.» Siccome credetti alle sue parole, ed aveva bisogno di denaro: — Andate,» gli dissi, «mi fido di chi se n’intende meglio di me: datela pure a tal prezzo, e portatemi tosto il denaro. —

«Era il banditore venuto ad offrirmi i cinquanta scerifi da parte del più ricco gioielliere del bezestin, il quale aveva fatto tale proposta al solo scopo di scandagliarmi e sapere se conoscessi il valore dell’oggetto cui voleva vendere. Laonde non ebbe appena udita la mia risposta, che condusse il banditore dal luogotenente di polizia, cui, mostrando la collana: — Signore,» gli disse, «ecco una collana che mi fu rubata; ed il ladro, travestito da mercante, ebbe l’ardire di venir ad esporla in vendita, e trovasi attualmente al bezestin. Egli si accontenta,» soggiunse, «di cinquanta scerifi per un gioiello che ne vale duemila: penso non ci voglia di più per provare che costui è un ladro. —

«Il luogotenente di polizia mandò issofatto ad arrestarmi, e quando gli fui davanti, mi chiese se la