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Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/578

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Siccome essa trattava liberamente con Ebn Thaher, si levò il velo, e fece brillare agli occhi del principe di Persia una bellezza sì straordinaria, che ne rimase colpito al cuore. Dal canto suo, la dama non potè trattenersi dal rimirare il principe, la cui vista fece su di lei la medesima impressione. — Signore,» gli disse con aria cortese, «vi prego di sedere.» Il principe di Persia obbedì, e sedette sull’orlo del sofà, cogli occhi sempre fissi in lei, succhiando a lunghi sorsi il dolce veleno dell’amore. Si avvide essa in breve del tumulto del di lui animo, e tale scoperta finì di accenderla per lui. Si alzò quindi, ed avvicinatasi ad Ebn Thaher, dopo avergli detto sottovoce il motivo della sua venuta, gli chiese il nome e la patria del principe di Persia. — Signora,» le rispose Ebn Thaher, «quel giovine signore, onde mi parlate, si chiama Abulhassan Alì Ebn Becar, ed è principe di schiatta reale. —

«Stupì la dama all’udire che la persona, cui già appassionatamente amava, fosse di sì alto lignaggio. — Volete dire; senza dubbio,» ripigliò essa, «che discende dai re di Persia. — Sì, signora,» soggiunse Ebn Thaher; «gli ultimi re di Persia sono suoi antenati. Dopo la conquista di questo regno, i principi della sua casa si sono sempre distinti alla corte dei nostri califfi. — Mi farete un gran piacere,» soggiunse la dama, «di farmi conoscere quel giovin signore. Quando vi manderò questa mia donna,» aggiunse, accennandogli una delle sue schiave, «per avvertirvi di venire da me, vi prego di condurlo con voi. Mi sarà grato ch’egli vegga la magnificenza della mia casa, affinchè possa divulgare che l’avarizia non regna in Bagdad fra le persone di distinzione. Voi ben intendete cosa voglio dire. Non mancate, altrimenti mi adirerò con voi, e non tornerò qui più per tutto la mia vita. —