Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/585

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dente della favorita, la quale impose alle donne sedute davanti a loro di cantare e suonare. Cominciarono allora tutte insieme a toccare gli strumenti, quasi per preludio; e quand’ebbero suonato alcun tempo, una sola si mise a cantare, accompagnando la voce col liuto che trattava a maraviglia. Siccome era stata avvertita del soggetto sul quale doveva cantare, parole trovaronsi tanto conformi ai sentimenti del principe di Persia, che alla fine della strofa non potè trattenersi dall’applaudire. — Sarebbe mai possibile,» sclamò, «che aveste il dono di penetrare nei cuori, e che la cognizione cui avete di quanto accade nel mio vi avesse costretta a darci un saggio della vostra incantevole voce mediante tali parole? Io stesso non mi esprimerei in altri termini.» Non rispose la musicante a quel discorso; ma continuando, cantò parecchie altre strofe, dalle quali rimase il principe sì commosso, che ne ripetè alcune colle lagrime agli occhi, facendo così abbastanza conoscere di applicarsene il senso. Quand’ella ebbe finite tutte le strofe, si alzò colle compagne, e cantarono tutte assieme parole esprimenti: «che la luna piena stava per alzarsi in tutto il suo splendere, e che in breve sarebbe veduta avvicinarsi al sole.» Ciò significava che Schemselnihar stava per comparire, e che il principe di Persia avrebbe presto il piacere di vederla.

«In fatti, guardando dalla parte del cortile, Ebn Thaher ed il principe di Persia osservarono che la schiava confidente si accostava; seguita da dieci negre, le quali portavano con fatica un gran trono d‘argento massiccio, mirabilmente lavorato, ch’essa fece deporre davanti a loro a certa distanza; quindi le schiave negre ritiraronsi dietro gli alberi all’ingresso d’un viale. S’inoltrarono allora in due file venti donne tutte belle e sfarzosamente vestite d’un’acconciatura uniforme, cantando e suonando strumenti por-