Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/594

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siderava, sedè sul trono d’argento, e mandò allora ad avvertire la schiava sua confidente di condurle il capo degli eunuchi e di due ufficiali subalterni.

«Comparvero questi seguiti da venti eunuchi negri, tutti ben vestiti, colla sciabola al fianco, ed una cintura d’oro larga quattro dita, ed appena scoprirono da lungi la favorita Schemselnihar, le fecero una profonda riverenza, ch’ella restituì loro dall’alto del trono. Quando furono più inoltrati, essa si alzò, ed andò incontro a Mesrur che procedeva pel primo, domandandogli qual nuova recasse. — Signora,» egli rispose, «il Commendatore de’ credenti, che a voi m’invia, mi ha incaricato di attestarvi che non può vivere più a lungo senza vedervi. Ei pensa di venire a visitarvi questa notte, ed io vengo ad avvertirvene onde vi prepariate a riceverlo. Egli spera, o signora, che voi lo vedrete con altrettanto piacere, quanta è la di lui impazienza di trovarsi con voi. —

«A tal discorso di Mesrur, la favorita Schemselnihar si prosternò per dimostrare la sommissione con cui riceveva l’ordine del califfo, e quindi rialzatasi: — Vi prego,» disse, «di riferire al Commendatore de’ credenti, che mi farò sempre una gloria di eseguire i comandi di sua maestà, e che la sua schiava procurerà di riceverlo con tutto il rispetto che gli è dovuto.» E nel medesimo tempo ordinò alla confidente di far mettere il palazzo in istato di accogliere il califfo, mediante le donne negre incaricate di quell’officio. Poi, congedato il capo degli eunuchi: — Voi vedete,» gli disse, «che occorrerà qualche tempo per apparecchiar tutto. Fate dunque in modo, ve ne supplica, ch’egli abbia un po’ di pazienza, affinchè al suo arrivo non ci trovi nel disordine. —

«Il capo degli eunuchi ed il suo seguito essendosi ritirati, Schemselnihar tornò alla sala, estremamente afflitta della necessità in cui vedevasi di rimandare